Viviana Lasaracina, pianista diplomata con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli sotto la guida di Benedetto Lupo, è nata in un piccolo paese vicino Taranto nel 1988. Ha alle spalle una famiglia che non appartiene al mondo della musica né del teatro. Insomma Viviana Lasaracina si sta costruendo da sola, con le sue sole forze, il suo futuro. Con determinazione, entusiasmo, passione, e soprattutto tanto studio. Un vero talento del pianoforte che ha appena vinto le audizioni della “New York Recital Concert Artists” e il 5 marzo debutterà alla Carnegie Hall di New York.

La scorsa settimana (il 23 febbraio) ha riscosso un successo straordinario all’Auditorium di Milano suonando Schumann e Rachmaninov per i Concerti della Gioventù musicale d’Italia. Cosi ha recensito il concerto il critico del “Corriere della Sera” Gian Mario Benzing « Se alla Carnegie Hall questa giovanissima pianista pugliese, Viviana Lasaracina, suonerà cosi come ieri all’Auditorium di Milano, ecco, il pubblico newyorkese scoprirà, allora, una vera gemma della scuola e della grazia italiana. Suoni così, Viviana, e a New York sentiranno una bella poesia italiana ».
Viviana ieri è volata a New York. La raggiungo per un’intervista via skype a poche ore dal suo arrivo nella grande mela. Attivo la modalità “video” e Viviana ridendo mi dice « Ma vuoi davvero vedermi? non so se sono presentabile! » e invece appare: bellissima, con il suo nuovo taglio di capelli alla moda che valorizza il suo viso da ragazza acqua e sapone e il suo sorriso contagioso.

Viviana sei stupenda! Perfetta per la conquista dell’America!
Ma che dici? Sono sfasata e scombussolata per il viaggio e il fuso orario…ho dormito 20 ore di fila e devo ancora sintonizzarmi… E poi qui fa un freddo terribile!

Raccontami di questa tua avventura!
Esattamente un anno fa ero a Londra e ho partecipato alle Audizioni che Carnegie Hall stava organizzando in tutto il mondo. Ho preferito partecipare dal vivo, con tutta me stessa, e non inviare un Dvd, perché credo molto nel “live”. Ho suonato tra gli altri brani anche “La Rapsodia Spagnola di Liszt” e i “Momenti musicali op.16” di Rachmaninov. Ho aspettato un mese prima di ricevere la mail che comunicava la mia vittoria. Mi ricordo ancora la faccia che ho fatto quando ho visto il mittente e l’oggetto della mail…l’ho aperta, trepidante, con il cuore in gola e ho visto il nome del vincitore in grassetto…era il mio! Ho iniziato a saltare e a gridare di gioia come una bambina!

Mi piace molto la tua freschezza, la tua spontaneità, il tuo essere cosi immediata e diretta. Nonostante i traguardi importanti raggiunti non sei cambiata da quando eri solo una giovanissima studentessa di conservatorio!
Io sono sempre me stessa e poi non faccio niente di straordinario! (eccome se lo è! n.d.r.) Non sono una che “se la tira”! Sono fatta così…i miei amici possono testimoniare! (ride)

Tu vivi a Londra da due anni, quanto siamo lontani, a livello di sistema musicale, noi italiani dal Regno Unito?
Non siamo affatto lontani! Infatti io, che mi sono formata in un conservatorio italiano, ho vinto grazie alla mia preparazione una borsa di studio che mi ha dato la possibilità di accedere alla prestigiosa Royal Academy of Music di Londra, dove mi perfeziono con il Professor Christopher Elton. Io penso tutto il bene possibile dell’Italia, a differenza di molti miei coetanei che vanno via per disperazione. Io al contrario non vedo l’ora di tornare, ho un legame viscerale sia con la mia terra, la Puglia, che con la mia famiglia. Forse è una cosa tipica dei ragazzi del Sud, ma si sta troppo bene da noi, vero? (sorride , ed io con lei). L’unica differenza sostanziale che ho potuto riscontrare qui a Londra, e che si da molto spazio alla musica classica contemporanea e alle proposte più sperimentali e inusuali. Questo è possibile anche perché c’è un rapporto più stretto tra i musicisti e i compositori viventi contemporanei, cosa che in Italia manca quasi del tutto. Ma a livello di formazione l’Italia costituisce una vera eccellenza ed è perfettamente allineata con gli standard europei, anzi, in alcuni casi, addirittura superiore. Io ho avuto la fortuna di studiare tanti anni con un docente straordinario ed inimitabile quale è Benedetto Lupo (uno dei migliori pianisti sulla scena mondiale) e continuo a constatare che non ha eguali, sia come pianista che come insegnante.
La “scuola italiana” è internazionale, e non ha nulla da invidiare a nessuno!

Quando hai capito che avresti potuto fare “la pianista” nella vita?
Ma forse non l’ho capito ancora…(sorride). E’ una strada talmente difficile e ci vuole uno stomaco di ferro; bisogna “ingoiare il rospo” quando le cose non vanno bene e avere la forza di andare avanti, sempre. Il mondo dei Concorsi pianistici ha delle regole precise e forse io non sono esattamente “una macchina da concorso” perché ho un modo di suonare che probabilmente non rientra in certi canoni, ma a me va bene cosi, perché ciò che mi interessa maggiormente è arrivare al cuore della gente, suscitare emozioni, “sentire” il mio pubblico. Non so se farò la “pianista” nella vita; io ci provo!

Com’è nata la tua passione per il pianoforte?
Ho iniziato a 6 anni, così, per gioco. Ai miei genitori piaceva ascoltare la musica. A Natale mi regalarono una piccola tastiera e io cominciai a strimpellare…mi divertivo molto a schiacciare i tasti. Poi è diventata una cosa seria, e verso i 10 anni ho iniziato a studiare anche 8 ore al giorno.

In giro per il mondo viaggi da sola?
Si. La solitudine dell’artista…

Che cosa significa, nascere e studiare musica, nella terra dell’acciaio, dell’Ilva, a Taranto.
Io sono amareggiata e profondamente dispiaciuta del fatto che Taranto sia famosa oramai solo per l’Ilva. Io sono cresciuta in un paesino vicino Taranto, Roccaforzata, quindi non ho vissuto in prima persona il problema dell’aria irrespirabile che colpisce quartieri come Tamburi, dove tra l’altro hanno vissuto per un certo periodo i miei nonni. Ma ogni volta che rientro a Taranto città, dopo i miei viaggi, la prima cosa che avverto è l’aria, l’odore. Io spero che le cose per Taranto possano migliorare. E’ una città bellissima e merita di risorgere.

Chi è Viviana Lasaracina e qual è il tuo rapporto con la tua generazione?
Sono una persona socievole, faccio amicizia facilmente, sono empatica e aperta verso tutto ciò che mi circonda. Ho un ricordo bellissimo dei miei compagni di liceo (Beni culturali a indirizzo musicale a Taranto). La mia classe era meravigliosa e con i miei compagni ci siamo davvero divertiti! Li sento tuttora.

Che altro genere di musica ascolti oltre la classica?
Tutta la buona musica! Pop, Rock, la musica leggera dai cantautori italiani fino ai gruppi leggendari come i Queen!
Ho letto che hai suonato all’Arsht Center di Miami…il tuo debutto negli Stati Uniti.
Si, è stata un’esperienza fantastica! Ho suonato la “Rapsodia” di Rachmaninov su un tema di Paganini con un’orchestra di giovani. Straordinario. Alla fine del concerto, in una sala da 2.000 posti, ho avuto una standing ovation! Ho ancora i brividi per l’emozione

Oltre la musica in quali valori credi?
L’amicizia, quella vera. Ho pochi amici ma con la A maiuscola, che mi conoscono completamente. E poi l’onestà, la serietà, la disciplina. Credo nel lavoro per raggiungere i propri obbiettivi. Non mi piacciono le scorciatoie. I sacrifici ci sono, ma se la passione è forte non si sentono. La vita è difficile per chiunque, i sacrifici sono necessari.

Il sogno nel cassetto?
E’ il mio sogno più grande è quello di poter continuare a studiare e migliorare sempre di più.

Un grande in bocca al lupo Viviana!
Viva il lupo!