Lunedi 20 ottobre presso l’Auditorium Vallisa di Bari, nell’ambito del Festival Pianistico del Conservatorio “Niccolò Piccinni” abbiamo assistito a un concerto davvero straordinario dal titolo “Da una mano sinistra …fino a 18 pianisti su un pianoforte. Angela Montemurro e i suoi allievi suonano contemporaneamente”. Un Concerto ideato per il Guiness World Records.

Il precedente Record del mondo era stato vinto da 17 pianisti, allievi e insegnanti, che suonavano simultaneamente presso l’Houtens Muziek Collectief (Paesi Bassi) l’8 marzo 2014.

Una bella sfida che la didatta e compositrice barese Angela Montemurro ha deciso di raccogliere con la complicità dei suoi allievi ed ex allievi.
Il guanto è stato sfilato e le mani nude si sono cimentate nell’impresa mostrando le infinite possibilità esecutive del pianoforte e…al pianoforte.
Nuove posture, nuove posizioni, una sorta di “Kamasutra del pianoforte”.
Fare l’amore con la tastiera e vivere le incredibili sensazioni che i tasti neri e i tasti bianchi possono dare mentre si suona quasi aggrappati gli uni agli altri!

Senza accademismi e fuori da ogni schema, liberi, eppure perfetti come un orologio svizzero. Piccole parti di ingranaggio perfettamente funzionante: ogni dito e ogni mano suona le note assegnate, non una di più non una di meno. Esattamente quelle. E il disegno finale è grandioso e sorprendente.

La trascrizione di Angela Montemurro rielabora il Galop Marche di Lavignac (il cui originale è per 8 mani) e lo trasforma in un “pazzo pezzo” per 18 pianisti che, in carne ed ossa, seduti su mini sgabelli studiati per l’occasione, o in piedi o accovacciati sotto il pianoforte, lo eseguono in sincronica energia e in armonico stupore, senza errori, dall’inizio alla fine per un totale di 8 minuti di musica e di emozioni da record.
Insieme alla Maestra Angela Montemurro Lentini si sono divertiti nel “folle cimento” allievi di tutte le età. A cominciare dal piccolo Francesco de Angelis (10 anni e un talento precocissimo), e continuando con i giovani Rebecca Ventrella, Gabriele De Matteis, Carlo Angione e Biagio Finamore (affiatatissimo duo), Mattia Campagnola, Mauro Campagnola, Maria Teresa Ciervo, Matteo De Tullio, Annamaria Fortunato, Annarita Galantucci ,Gabriele De Matteis ,Niccolò Landriscina ,Claudia Murgolo, Michael David Patscot, Giovanna Piccininno e le ex allieve, oggi apprezzate docenti, Elisabetta Pani e Flavia Fuggetti.

Un tripudio di energia (vi consiglio di guardare il video!), di gioia, di elettricità allo stato puro da cui il numerosissimo pubblico è stato “contagiato” scatenandosi in lunghissimi applausi (l’applauso… musica dolcissima per un artista). Ma prima di giungere al Brano e alla prestazione da Record, il Concerto si è sviluppato a partire da un brano di W.A.Mozart : “La tartina di burro. Valzer a un solo dito” in cui il dito scivola sui tasti come per imburrare una tartina. Un brano divertente composto da Mozart bambino … una chicca da leccarsi i baffi! A scivolare sui tasti sono state le dita di Gabriele de Matteis. E a seguire brani a 3 mani, poi a 4 mani, poi a 6 mani, poi due pianoforti a 8 mani eseguendo composizioni di Schubert, Rachmaninoff, Saint Saens, Dvorak e il delizioso “Il Maestro e lo Scolare” di Haydn.

Un bell’esempio di come sia possibile fare musica ad alti livelli nei nostri Conservatori Italiani, con docenti competenti, capaci di insegnare la grande tradizione e allo stesso tempo aperti alle nuove idee. Docenti seguiti e corrisposti sinergicamente da allievi talentuosi e pronti, intelligenti e capaci. Senza preconcetti , senza barriere, senza paura.

Al di là del Guiness questo concerto ha portato un messaggio bellissimo e importante. Non si studia il pianoforte (strumento “principe” e solitario) solo per diventare solisti (anche perché di questi tempi, in cui gli spazi per la musica classica si riducono in maniera vertiginosa giorno dopo giorno, solo pochissimi possono permetterselo).

Non è sempre e solo l’Ego che deve emergere per affermare se stesso.
Bisogna essere capaci di suonare insieme agli altri.
La musica come superamento delle solitudini.

La musica suonata insieme a tre, quattro, otto o 18 mani è musica perfetta, scandita dal battito di cuori che pulsano all’unisono e suonano una musica non udibile, ma percepibile nel profondo di se stessi, mentre le mani volteggiano sui tasti senza toccare le altre mani.
Mani piccole, forti, leggiadre, caparbie, possenti, femminili, maschili, mani di fanciulli e di donne, di uomini e di ragazze.
Mani che incantano con la melodia e mani che intessono l’armonia sulla trama ordita in ogni registro, acuto e grave.
Virtuosismo non fine a se stesso.

Affascinante esperimento anche dal punto di vista della neuroscienza
Mani e corpi in equilibrio sospeso come funamboli di note su un filo sottile che scrivono nell’aria nuovi spartiti.
«L’ansia della difficoltà non è mai così forte come il piacere di misurarsi con essa e vincerla” scrisse Ravel. E il piacere che hanno provato ieri i nostri interpreti si leggeva nei loro sorrisi e nei loro sguardi raggianti.

In 3 mesi al massimo si avrà la risposta della commissione del Guiness World.
Noi naturalmente facciamo il tifo per i nostri pianisti baresi, ma, comunque vada, è già un successo!